Femministe + ucraine = Femen?
Non solo, non sempre. Sui nostri media forse sì, perchè i quotidiani italiani raramente sfuggono a un topless di cui non capiscono il significato.
Però dall’Ucraina arrivano anche altri movimenti, anche altri approcci al femminismo contemporaneo.
Meno note delle loro connazionali ormai espatriate sono le Asgarda, un gruppo di femministe militanti che si ispirano alla mitologia nordica e alle Amazzoni scizie.
Queste donne guerriere amanti delle arti marziali, studiano anche tecniche di combattimento con falci e accette. Vestono di nero nei combattimenti, di bianco durante l’addestramento. Alternano forza e femminilità, potenza e delicatezza.
Sono donne che rifiutano lo stereotipo della
debolezza, della “bella da salvare” e a difendersi ci pensano da sole.
Nonostante questo non sono considerabili delle violente, perchè, come fa
notare Alessandra Chiricosta, filosofa collaboratrice della
IAPh-Italia:
“Oggi si stanno creando esperienze
internazionali nelle quali le donne, che vogliono eliminare l’approccio
alla donna come oggetto, coltivano la forza femminile non come violenza
ma come adeguata e commisurata risposta alla violenza”
Ad oggi ne fanno parte circa 150 donne, soprattutto studentesse, legate alla guida di Katerina Tarnouska.
Realizzano una filosofia di vita che prende spunto dalle Amazzoni greche e uniscono agli insegnamenti di karate di Volodymyr Stepanovytch, maestro molto noto dell’ex URSS, lo studio comune delle scienze e della storia, perchè l’ideale a cui mirano è l’unione delle forza fisica ed intellettuale.
Realizzano una filosofia di vita che prende spunto dalle Amazzoni greche e uniscono agli insegnamenti di karate di Volodymyr Stepanovytch, maestro molto noto dell’ex URSS, lo studio comune delle scienze e della storia, perchè l’ideale a cui mirano è l’unione delle forza fisica ed intellettuale.
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